Le attrezzature ed i materiali per la conduzione dell’apiario.Le attrezzature necessarie per la conduzione di un’azienda apistica sono numerose e molto costose, soprattutto quelle utilizzate per ridurre l’impiego di mano d’opera e di personale dipendente.
Nel caso dell’apicoltore amatoriale, si suppone che egli sia disposto a dedicare il proprio tempo alla propria passione, e che sia quindi disposto a lavorare in perdita e a svolgere manualmente le attività che normalmente prevedono l’impiego di macchinari e attrezzature molto costose; in tal caso le attrezzature saranno ugualmente numerose ma l’impegno economico sarà più contenuto. Attraverso l’autocostruzione, è possibile ridurre i costi delle attrezzature provvedendone in prima persona alla costruzione; da un punto di vista strettamente economico raramente questa scelta si rivela conveniente. In questo capitolo vengono descritte le principali attrezzature impiegate da amatori e da professionisti, distinguendo quelle indispensabili ad entrambi da quelle riservate all’uso professionale.
(*) Indicazioni di costo ricavate dai listini dell’anno 2006/2007 (**) Uso: A=Amatoriale e Professionale, P=Professionale, NI=Non indispensabile Per l’utilizzo delle attrezzature vedi la sezione La conduzione Affumicatore L’affumicatore viene utilizzato per tenere a bada e rendere piu’ mansuete le api durante le visite dell’apiario. Il fumo deve essere dosato accuratamente e con estrema moderazione; e’ necessario evitare esagerazioni che potrebbero provocare un effetto contrario a quello desiderato, causando attacchi, sciamature o intossicazioni della famiglia. L’affumicatore non e’ uno strumento di immediato utilizzo: spesso si spegne o genera fumo troppo caldo o lingue di fuoco. Prima di riempirlo completamente, si consiglia di inserire il combustibile acceso a poco a poco e di aspettare qualche minuto affinché il fornello sia ben riscaldato e il fuoco abbia perfettamente attecchito. Esistono affumicatori motorizzati (a batterie) che evitano lo spegnimento e consentono la regolazione del fumo in uscita; per contro sono più pesanti e decisamente più costosi. Apiscampo L’apiscampo e’ un dispositivo che viene interposto fra nido e melario per permettere il passaggio unidirezionale delle api dal melario verso il nido. Viene utilizzato prima della raccolta dei melari (generalmente 24-48 ore prima) per liberarli dal maggior numero possibile di api. Generalmente e’ dotato di una porticina che puo’ essere aperta e chiusa dall’esterno per consentire anche il passaggio bidirezionale delle api: in tal modo e’ possibile applicare l’apiscampo alcuni giorni prima della raccolta, mantenendo aperta la porticina per non interrompere il completamento e l’opercolatura dei telaini del melario; successivamente, a 24-48 ore prima della raccolta e’ possibile richiudere la porticina e liberare il melario dalle api sfruttando il loro desiderio di rientrare nel nido. Fra un raccolto e l’altro l’apiscampo puo’ essere lasciato sul nido con la porticina aperta; la presenza dell’apiscampo durante la raccolta previene tentativi di saccheggio da parte di altre colonie. Esistono svariati tipi di apiscampo: in plastica o di ferro, montati su appositi telai orizzontali, a 2, 4 o 8 uscite; il maggior numero di uscite facilita uno svuotamento più rapido del melario. Vedi l’articolo del dr. Piero Piton tratto da “L’Apicoltore Moderno” Università di Torino, Osservatorio di Apicoltura “G. Angeleri”: Metodi per allontanare le api dai favi del melario Cassetta porta-attrezzi Cassetta in legno, plastica o ferro contenente gli attrezzi principali per la visita dell’apiario. Di seguito una breve indicazione di ciò che dovrebbe contenere: leva e raschietto, pinze, martello, cacciavite, filo di ferro, chiodi, viti, affumicatore e combustibile, accendino, pennarello indelebile, coltello, spazzola, spruzzatore, maschera e guanti. Coltello per disopercolare Dal semplice coltello da cucina inumidito in acqua bollente, all’apposito coltello in acciaio riscaldato, il coltello è l’attrezzo più utilizzato per disopercolare i telaini colmi di miele. Il telaino viene appoggiato all’apposito leggio collocato sopra al banco per disopercolare, quindi il provetto apicoltore, elimina l’opercolatura con una rapido passaggio di coltello. Il miele in eccesso defluisce all’interno del banco per disopercolare, dal quale verrà raccolto prima mediante filtrazione ed in seguito per mezzo della spremitura degli opercoli. Per rimuovere gli opercoli dai telaini irregolari viene invece utilizzata la forchetta. L’utilizzo del coltello è diffuso anche presso molti apicoltori semi-professionisti, i quali preferiscono questo strumento alla disopercolatrice automatica, perché più flessibile e molto meno costoso. Cupolini per celle reali Sono utilizzati nell’allevamento di regine per deporvi le larve prelevate dagli alveari (operazione detta translarvo); successivamente i cupolini vengono alloggiati nel telaino di allevamento: si tratta di un telaino dotato di stecche orizzontali preforate per ospitare diversi cupolini; in ognuno di essi sarà allevata una nuova regina. Vedi l’articolo dei prof.i Franco Marletto e Aulo Manino tratto da “L’Apicoltore Moderno” Università di Torino, Osservatorio di Apicoltura “G. Angeleri”: Confronto fra cupolini di cera e di plastica Diaframma Semplice ma importante strumento di uso comune che consente di restringere il nido riducendone il volume. Si tratta di un semplice telaino al quale viene applicato un foglio di compensato, faesite o masonite per delimitare il confine del nido, simulando la parete dell’arnia; e’ facilmente costruibile applicando un foglio di compensato o faesite ad un normale telaino da nido. Il diaframma e’ molto utile per sfruttare il principio del restringimento del nido: un nido stretto e’ meno dispersivo e meglio sfruttato rispetto ad un nido composto da telaini poco popolati; con il diaframma e’ possibile allargare il nido gradualmente, senza sforzi eccessivi che potrebbero indebolire la famiglia. Distanziatori I distanziatori aiutano l’apicoltore a collocare i telaini alla giusta distanza e ne facilitano l’estrazione impedendone la propolizzazione. Esistono distanziatori di lamiera dentata da applicare ai due frontali di arnie e melari o distanziatori a cavaliere da applicare in coppia ai telaini; il primo metodo e’ sicuramente il più economico e il più diffuso e ha l’ulteriore vantaggio di permettere la regolazione dello spazio d’ape anche nei pressi delle zone di appoggio e di facilitare le operazioni di estrazione. Il numero dei denti dipende dalle dimensioni delle arnie e dei melari; normalmente i distanziatori del melario hanno un dente in meno rispetto a quelli del nido. Escludi regina Semplice griglia, eventualmente montata su un apposito telaio orizzontale, che impedisce all’ape regina l’accesso al melario per evitarne la deposizione ed i problemi che ne derivano: difficoltà nella smelatura e rischio di attirare la tarma della cera nei telaini del melario (essa normalmente frequenta solo telaini con celle utilizzate per la deposizione). Fogli cerei: armatura telaini e fissazione I fogli cerei sono fogli di cera con la stampa esagonale della parte terminale delle cellette (alveoli). Le api iniziano la costruzione delle celle a partire dalle impronte impresse nei fogli cerei e costruiscono così dei favi più regolari. In assenza di foglio cereo, le api costruirebbero comunque un favo all’interno dei telaini ma impiegherebbero più tempo e il favo costruito potrebbe presentare irregolarità o deformazioni. I fogli cerei sono costruiti mediante laminazione della cera e successivo stampo delle cellette; ve ne sono di diversi spessori: normalmente da 100 e 110 grammi di peso; la tendenza oggi prevalente e’ quella di preferire fogli di maggior spessore (110gr) per favorire una piu’ rapida e migliore costruzione delle celle. Il minor costo dei fogli cerei implica normalmente (oltre al minor spessore), la presenza di cera paraffinata (sostanza utilizzata per favorire la lavorazione) o impura (derivante da telaini scerati); l’apicoltura biologica consente unicamente l’uso di fogli cerei realizzati con cera pura di opercolo, sterilizzata e senza aggiunta di paraffina o di altre sostanze affini. Per consentire la fissazione dei fogli cerei ai telaini e’ necessario eseguirne l’armatura: i telaini vengono forati e attraversati longitudinalmente da un filo di ferro stagnato o d’acciaio (0,4 o 0,45 mm di diametro) fissato con chiodini; il filo viene successivamente zigrinato con un apposito attrezzo denominato zigrinatore. La zigrinatura ha la funzione di consentire una maggiore aderenza del filo al foglio cereo, impedendo che questo si stacchi anche in caso di temperature elevate. Al termine, il foglio cereo viene incastrato nella scanalatura latitudinale presente nella testata del telaino, mentre il filo dell’armatura viene annegato nel foglio cereo fuso dall’azione dell’inserifilo; in tal modo esso aderisce all’armatura del telaino che funge da sostegno. In sostituzione di telaini e foglio cereo e’ possibile utilizzare appositi telaini di plastica pennellati con cera fusa; anche se piu’ costosi, essi sono indeformabili e subito pronti all’uso. I telaini con il cereo (anche per il minor costo) vengono però preferiti ai loro concorrenti di plastica. Leve, raschiatoi e spazzole Le leve e i raschiatoi sono gli strumenti maggiormente utilizzati durante le visite all’apiario o per la manutenzione delle arnie. Per l’apertura dell’arnia e per l’estrazione dei telaini, l’apicoltore si può affidare unicamente alla manualità acquisita nel maneggiare la propria leva. Ogni apicoltore ha le proprie preferenze e tende a privilegiare un tipo di leva rispetto ad un altro. Esistono leve di diverse forme e dimensioni; in genere esse sono dotate di un lato piatto (per infilare la leva fra coprifavo e nido e consentire l’apertura dell’alveare) e di un lato curvo (per agevolare l’estrazione dei telaini da nido e melari). Un’altro tipo di leva e’ quella dotata di raschietto, per agevolare la raschiatura dei bordi delle arnie, dei telaini e la pulizia dei cassetti per l’ispezione della varroa (cassetto test o anti-varroa). L’uso del cassetto, oltre a consentire la verifica del livello di infestazione, permette, attraverso l’analisi dei detriti, di constatare i consumi e la forza della famiglia e di individuare eventuali anomalie. I detriti accumulati nel cassetto devo essere asportati con la leva o con il raschietto per mantenere pulito il fondo dell’arnia ed evitare l’accumulo di umidità e la formazione di muffe e incrostazioni. Le spazzole di crine consentono di liberare i telaini o le zone di lavoro dalle api. Sono spesso usate anche per liberare i melari durante la raccolta del miele presso l’apiario. Maschera, tuta e guanti Gli indumenti indossati dall’apicoltore possono variare a seconda della sua sensibilità alle punture delle api. Alcuni apicoltori sono completamente immuni agli effetti delle punture e del veleno, mentre altri sono soggetti a sgradevoli enfiagioni più o meno pronunciate e, anche se con l’andar del tempo tutti gli apicoltori acquisiscono una certa immunità, molti apicoltori preferiscono proteggersi con maschera e guanti. L’uso di questi indumenti rappresenta anche una protezione contro i casi di iper-sensibilizzazione: anche una sola puntura in un punto diventato sensibile puo’ produrre uno shock anafilattico. Indipendentemente dal modello di maschera e di guanti utilizzati, questi indumenti hanno però il difetto di limitare la visibilità e la sensibilità durante le operazioni nell’apiario. Il mercato offre una vasta scelta di maschere da indossare su qualunque indumento, oppure propone maschere unite a giubba o tuta (c’e’ persino il modello da astronauta); in genere questi indumenti integrali offrono una buona protezione e sono munite di cerniera per staccare provvisoriamente la maschera. Alcuni apicoltori preferiscono indossare un cappello ad ampie tese sotto la maschera, al fine di impedire che essa aderisca temporaneamente al viso favorendo le punture. I guanti possono essere in lattice (come quelli delle massaie) o in pelle con manichetta in cotone. I primi possono anche essere acquistati al supermercato (comprate pure i migliori, spenderete sempre meno che dal vostro fornitore abituale) e offrono una maggiore sensibilità, ma sono poco indicati a chi soffre di eccessiva sudorazione e, inoltre, tendono ad incollarsi molto facilmente quando vengono a contatto con la propoli. I guanti in pelle sono decisamente più costosi e meno sensibili, ma sono più protettivi e consentono ugualmente di portare a termine tutte le principali operazioni. Per chi desidera una protezione completa, si consiglia di dotarsi di stivali da sovrapporre alla parte terminale dei pantaloni, in tal modo viene impedito alle api cadute in terra durante le ispezioni di infilarsi nei pantaloni e di risalire lungo le gambe. Nutritori I nutritori sono contenitori utilizzati per nutrire le famiglie durante periodi di scarsa fioritura o di piogge prolungate, oppure per stimolare la famiglia ad una maggiore deposizione o rinforzarla (soprattutto in caso di sciamature artificiali). I nutritori sono generalmente costruiti con plastica rigida o masonite impermeabilizzata; i principali modelli sono i seguenti:
Vedi l’articolo del dr. Piero Piton tratto da “L’Apicoltore Moderno” Università di Torino, Osservatorio di Apicoltura “G. Angeleri”: Nutritori Pigliasciami Sacco di cotone montato su un bastone (pertica) e utilizzato per il recupero degli sciami appollaiati sugli alberi o in luoghi non facilmente raggiungibili. L’apicoltore dovrà introdurre lo sciame nel sacco e quindi scuotere seccamente il ramo per staccare lo sciame; quindi con un’apposita cordicella potrà richiudere il sacco e trasportare lo sciame presso il proprio apiario. Questo strumento e’ di facile costruzione e, in alcuni casi, può essere sostituito da un semplice secchiello o direttamente da un’arnietta per nuclei. Soffiatore Strumento indispensabile per l’apicoltore professionista; con esso e’ possibile liberare le api dai melari velocizzando le operazioni di prelievo. Il prelievo dei melari e’ un’operazione molto faticosa e difficoltosa a causa dagli attacchi delle api e dai rischi di saccheggio; essa inoltre avviene in un periodo particolarmente intenso del lavoro dell’apicoltore. La tecnica della soffiatura consente di sgombrare rapidamente i melari senza rischiare di schiacciare le api, riducendo nel contempo i rischi di aggressione e di saccheggio. Il mercato fornisce soffiatori a spalla o trasportati su carrelli, entrambi validi a seconda della locazione e della tipologia dell’apiario. Per l’utilizzo del soffiatore e’ necessaria la presenza di 2 persone. Trappole per polline Il polline può essere prelevato senza danneggiare la colonia perché viene accumulato dalle api in quantità eccedenti l’effettivo consumo. L’apicoltore, per prelevare il polline, utilizza una griglia forata collocata all’ingresso dell’arnia, la quale costringe le api ad urtare contro i bordi dei passaggi perdendo parte del carico. Vedi l’articolo del dr. Piero Piton tratto da “L’Apicoltore Moderno” Università di Torino, Osservatorio di Apicoltura “G. Angeleri”: Trappole per la raccolta del polline Varie Apicoltori amatoriali e professionisti, oltre agli strumenti indicati, dovranno acquisire una buona manualità su un vasto numero di altri attrezzi specialistici o di uso comune. pinze, chiodi, viti, lamiere, cesoie, utensili da falegnameria per la manutenzione delle arnie, trappole antisaccheggio o per la raccolta del polline o della propoli, marcatore per regine, cogli-larva, aspiratore per pappa reale, carrelli per il trasporto di arnie e melari, decespugliatore, idropompa, mezzi di trasporto, etc. |