Le arnie

 

Le case delle api descritte nei loro particolari costruttivi.

Le arnie moderne

Dai bugni villici alle arnie moderne l’uomo ha concretizzato le proprie osservazioni delle naturali abitudini delle api e, con la propria fantasia ha sperimentato man mano una serie di accorgimenti tecnici che lo hanno condotto a sviluppare diversi modelli di arnie, ognuno dei quali dotato di caratteristiche diverse.

Il principale vantaggio delle arnie moderne rispetto ai bugni villici è dato dall’introduzione dei favi mobili: le api sono indotte a costruire i propri favi su strutture mobili dette telaini.

I telaini sono strutture in legno armati con un filo di ferro stagnato che sorregge un sottile foglio di cera stampata con le basi delle celle femminili (foglio cereo).

L’uso del foglio cereo ha lo scopo di indurre le api a costruire le celle in modo ordinato.
Grazie ai telaini mobili l’apicoltore può estrarre i favi per controllare lo stato della famiglia, effettuare le operazioni di pulizia e di trattamento delle malattie ed, infine, può bilanciare la forza delle famiglie, sostituire le regine e creare nuove colonie.

Ancora oggi, a seconda della locazione geografica, vengono utilizzati modelli di arnia differenti, ognuno dei quali dispone di varianti e di piccole particolarità. Tra di essi occorre citare il modello Voirnot (utilizzata nel nord della Francia e nel Belgio), il modello Layens (a sviluppo orizzontale, utilizzata in zone a clima rigido) e i modelli dei padri fondatori della moderna apicoltura, cioè i modelli Langstrooth e Dadant (successivamente modificata in Europa da Blatt; da qui il nome Dadant-Blatt).

Attualmente, i principali modelli di arnia utilizzati nel mondo sono la Langstrooth e la Dadant Blatt (la quale, con qualche lieve modifica viene chiamata anche italica Carlini).

La principale distinzione fra le due arnie riguarda la dimensione del corpo del nido e dei melari. Il modello Langstrooth ha nido e melario della stessa dimensione (interno 37,8×48,8 e altezza di 23,5 cm) e si presta a numerose manipolazioni grazie alla intercambiabilità dei telaini del nido e del melario. E’ molto usata in America e si presta molto bene all’apicoltura professionale, grazie alle sue doti di flessibilità. In Italia non viene però utilizzata.

L’arnia assunta a modello di questo capitolo è la Dadant-Blatt, perché e quella più utilizzata in Italia ed in Europa. Per questo modello le ulteriori distinzioni riguardano la dimensione (10 o 12 telaini), il tipo di utilizzo (stanziale o nomade) e il fondo (fisso o mobile).

In breve, la dimensione dell’arnia incide sulla rapidità di sviluppo della famiglia, sulla forza e sulle capacità produttive della famiglia, sulla maneggevolezza dell’arnia e dei melari.

L’arnia a 12 telaini risulta sicuramente più proficua per la produzione, ma è più difficile e più lento portare la famiglia al massimo sviluppo e mantenerla in forze.

Un alveare costituito da un’arnia a 10 telaini è in genere più facile da sviluppare; l’arnia è più leggera, più facile da spostare e da mantenere; essa si presta maggiormente alla pratica del nomadismo.

La maggiore flessibilità di questo modello rispetto al precedente ha prevalso nella difficile scelta di definire un nostro modello di riferimento.

Infine abbiamo scelto di utilizzare un modello stanziale, detto a cubo, perché è di più facile realizzazione (per gli autocostruttori) e ben si presta ad essere adattato come arnia nomade.

Per l’ampia diffusione raggiunta e per la possibilità di intercambiare telaini e accessori (melari, nutritori, ferramenta, etc.) vi consigliamo di utilizzare un unico modello di arnia. Tuttavia il principio di base di tutti i modelli di arnia è quello di salvaguardare lo spazio d’ape, cioè la distanza fra gli elementi dell’arnia che consente il passaggio delle api: la dimensione ottimale di questo spazio è di circa 8 mm: gli spazi inferiori ai 7 mm vengono propolizzati, mentre quelli superiori ai 9 mm vengono chiusi con ponti di cera.

L’arnia Dadant-Blatt

L’arnia Dadant-Blatt è costituita da elementi modulari che ne consentono la scomposizione:

  • Tetto in lamiera piano o a spiovente usato per la protezione dell’alveare e per l’alloggiamento del nutritore
  • Coprifavo per la copertura del nido o del melario. Viene forato per permettere l’accesso al nutritore
  • Melario per l’alloggiamento dei telaini da produzione
  • Nido per l’alloggiamento dei telaini per lo sviluppo della famiglia
  • Fondo a rete dotato di cassetto per l’ispezione dei detriti del nido e della caduta degli acari

 

schema-arnia

La nostra arnia

In questo capitolo forniamo alcuni schemi per la costruzione di un’arnia stanziale (a cubo) da 10 telaini.
Le misure dello schema sono fra quelle più comunemente utilizzate; tuttavia, se nella vostra esperienza avete avuto modo di acquistare lo stesso prodotto da fornitori diversi, avrete notato che vi sono sempre delle differenze, a volte marginali, a volte più consistenti e tali da impedire il trasferimento di materiali da un’arnia all’altra. Vi consigliamo quindi di orientare i vostri acquisti verso un unico, ben selezionato, fornitore.

Di seguito riepiloghiamo le principali misure utilizzate per l’arnia di Apilandia.it.

Larghezza mm Lunghezza
mm
Altezza mm
Nido (misure interne) 385 452 310
Nido (misure esterne) 433 500 310
Melario (misure interne) 385 452 168
Melario (misure esterne) 433 500 168
Telaino Nido (mis. esterne) 25 472 max, 436 min 300
Telaino Melario (mis. esterne) 25 472 max, 436 min 160
Distanza da coprifavo nido a fondo 326
Distanza da telaino nido a fondo 18
Distanza da telaino melario a tel. nido 8

 

COMPONENTI DELL’ARNIAI componenti fondamentali dell’arnia sono elencati nella seguente figura.

Di seguito forniamo gli schemi costruttivi (non in scala) dell’arnia

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SCHEMA NIDO E MELARIO

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A=Frontale (2 pezzi nido e 2 pezzi melario)

B=Laterale (2 pezzi nido e 2 pezzi melario)

 

TELAINI NIDO E MELARIO

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COPRIFAVO

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FONDO

 

 

TETTO

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Foglio di lamiera zincata di 697×764. Tagliare a 45° per fasciare i bordi.
Ripiegare l’eccedenza dello strato sottostante. Asportare l’eccedenza dello strato superiore e ripiegare all’interno della struttura. Fissare all’interno con chiodini. Otturare le fessure con silicone o colla a caldo.

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Il legno impiegato per la costruzione delle arnie è generalmente l’abete, più raramente il pino, il castagno o il rovere; questi ultimi sono più costosi e, anche se strutturalmente più robusti hanno lo svantaggio di essere più pesanti, meno porosi e di trattenere maggiormente l’umidità. In ogni caso è necessario che le tavole impiegate siano ben stagionate. La stagionatura evita successive deformazioni che rendono difficile il lavoro delle api e dell’apicoltore.

Al termine della costruzione l’arnia deve essere verniciata con olio di lino cotto o con un impregnante classico o biologico. Si consiglia di utilizzare colori naturali e a basso contrasto con l’ambiente circostante, preferibilmente con sostanze impregnanti compatibili con l’apicoltura biologica (il costo é lo stesso e potrete decidere, anche in un secondo tempo, di applicare le regole dell’apicoltura biologica senza dover cambiare o sverniciare le arnie).

Le porticine d’ingresso devono essere dipinte con un colore diverso per ogni arnia, per facilitare alle api il riconoscimento della propria casa.

Oltre alle tavole di legno, ai chiodi o viti e alla lamiera per la copertura, vi sono altri materiali occorrenti per il funzionamento dell’arnia:

  • lamierini distanziatori: utilizzati per sostenere i telaini del nido e del melario; i distanziatori tengono conto dello spazio d’ape e facilitano il lavoro di l’estrazione dei telaini (spesso bloccati dalle api con propoli o ponti di cera). I lamierini del nido sono spaziati in modo tale da reggere 10 telaini, mentre quelli del melario ne reggono soltanto 9 (per aumentarne lo spessore e il loro contenuto di miele)
  • rete metallica (bordata o meno) per l’ispezione del fondo
  • cassetto in lamiera, plastica o legno per l’ispezione del fondo
  • filo di ferro e viti per l’aggancio del nido al fondo e al melario
  • maniglie da applicare al nido e ai melari per il trasporto; possono essere sostituite da 2 incavi praticati nelle tavole laterali del nido e dei melari (come indicato nello schema costruttivo)
  • porticina d’ingresso metallica: può essere sostituita da una porticina in legno con entrata differenziata per l’inverno e l’estate (come indicato nello schema costruttivo). La porticina metallica viene fornita con apposite guide per il fissaggio, mentre la porticina di legno può essere fissata semplicemente praticando 2 piccoli fori laterali per il passaggio di 2 viti ad occhiello per fissarle al nido
  • angolari metallici: agevolano l’appoggio del coprifavo o del melario. Non sono indispensabili ma aiutano ad appoggiare il coprifavo o il melario centrandolo sul nido. E’ sufficiente utilizzarne uno nell’angolo anteriore dell’arnia
  • matassa di filo di ferro stagnato o di acciaio inox per l’armatura dei telaini ed il fissaggio del foglio cereo. In alternativa è possibile acquistare telaini già armati e dotati di foglio cereo
  • fogli cerei:costituiscono la base per la costruzione dei favi del nido e del melario. Vengono inseriti nella scanalatura longitudinale del telaino e fissati all’armatura mediante fusione della cera: il foglio cereo viene appoggiato all’armatura di fil di ferro, il quale viene riscaldato facendovi transitare un flusso di corrente elettrica sufficiente a provocare la fusione del foglio cereo
  • diaframmi in masonite: occupano lo stesso spazio di un telaino da nido e vengono utilizzati per restringere il nido quando la famiglia occupa meno di 10 telaini
  • griglie escludi-regina. Vengono frapposte fra nido e melario per evitare la deposizione della regina nel melario
  • nutritore: ne esistono di varie forme, dimensioni e con diverse modalità d’impiego, ma per tutte le tipologie lo scopo è quello di consentire l’alimentazione delle api durante periodi sfavorevoli o per stimolare lo sviluppo delle colonie. I più usati sono quelli esterni circolari o rettangolari da 1,2,5 litri e quello interno a tasca (sostituisce un telaino del nido)

L’armatura dei telaini

L’armatura dei telaini avviene praticando piccoli fori sulle testate e su fondi, in modo tale da permettere il passaggio di un sottile filo di ferro utilizzato per il fissaggio del foglio cereo. Applicate un chiodino (o un punto metallico) non interamente inchiodato sulla testata del telaino, annodate il filo in partenza, fissatelo con il chiodino e quindi inseritelo all’interno dei fori precedentemente praticati (come illustrato nella figura); ripetete l’annodatura sul chiodino di arrivo e quindi fissate il secondo chiodino.

La misura del filo e’ di circa 2,5 metri per i telaini da nido e 1,5 metri per quelli da melario.

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Vedi anche l’articolo del dr. Piero Piton tratto da “L’Apicoltore Moderno” Università di Torino, Osservatorio di Apicoltura “G. Angeleri”:

Montaggio dei fogli cerei nei telaini

L’arnia italica Carlini

Vedi gli articoli del dr. Piero Piton e del prof. Franco Marletto tratto da “L’Apicoltore Moderno” Università di Torino, Osservatorio di Apicoltura “G. Angeleri”:

Arnia italica Carlini

Accessori per arnia italica Carlini

L’arnia a doppio melario

In situazioni di emergenza o anche per scelta aziendale, è possibile utilizzare 2 melari sovrapposti in sostituzione del nido. Inoltre, è possibile optare per l’uso del telaino da nido tradizionale o per l’impiego di 2 telaini da melario.

L’uso dei due telaini da melario ha però il difetto di interrompere la continuità della deposizione della regina e, per questa ragione, si preferisce ricorrere alla prima soluzione che, seppur non permettendo l’intercambiabilità dei telaini fra nido e melario (opzione sconsigliata anche per igiene), quantomeno permette di dotarsi soltanto dei melari.

Le differenze fra il nido unico e il nido costituito da due melari sovrapposti sono le seguenti:

  • presenza di una scanalatura al centro del nido con riduzione dello spessore protettivo del legno (difetto senza conseguenze e facilmente ovviabile con un listello riempitivo)
  • maggiore distanza fra il telaino del nido e il fondo; questo aspetto può rappresentare un pregio per la maggior aerazione del nido o un piccolo difetto per la maggior distanza che l’ape deve compiere per raggiungere il centro del favo.

In caso di spostamento dell’alveare costituito dai due melari sovrapposti, è necessario prevedere di agganciarli per mezzo di fil di ferro e viti.

Di seguito vengono riepilogate le principali misure dell’arnia formata da due melari sovrapposti:

Larghezza mm Lunghezza
mm
Altezza mm
Nido (misure interne) 385 452 336
Nido (misure esterne) 433 500 336
Melario (mis. interne) 385 452 168
Melario (mis. esterne) 433 500 168
Telaino Nido (misure esterne) 25 472 max, 436 min 300
Telaino Melario (mis. esterne) 25 472 max, 436 min 160
Distanza da coprifavo nido a fondo 352
Distanza da telaino nido a fondo 44
Distanza da telaino melario a telaino nido 8

 

CONFRONTO FRA NIDO A CORPO UNICO E NIDO COSTITUITO DA DUE MELARI SOVRAPPOSTI

L’arnia da riproduzione

L’arnia da riproduzione, detta anche arnietta per nuclei, viene utilizzata per la creazione di nuove famiglie. In genere è costruita con materiali leggeri per favorirne lo spostamento, quali il legno compensato o il polistirolo espanso; essa consente uno sviluppo rapido e controllato di una famiglia su un massimo di 6 telaini da nido.

L’arnietta per nuclei 

In questo capitolo vengono forniti alcuni schemi costruttivi di un’arnietta per nuclei da 6 telaini fabbricata in polistirene espanso da 30mm di spessore. Il materiale di base é fabbricato dall’azienda KNAUF Insulation S.p.a. via E. Gallo, 20 10034 Chivasso (TO) e viene fornito in pacchi da 14 lastre da 1250 x 600, sufficiente per la costruzione di 10 arniette.

L’esperienza, sebbene divertente, non è sicuramente produttiva sotto l’aspetto economico: abbiamo speso circa 55 Euro per il materiale necessario per la costruzione di 10 arniette (polistirene 35Euro + colla 15 Euro + rete, viti, lamierini distanziali 5 Euro) e circa 2 giorni di tempo (non continuativi); l’acquisto di 10 arniette equivalenti in polistirolo (da 2 cm di spessore) comporta un costo di circa 120 Euro.

La tecnica costruttiva è molto semplice e può essere sperimentata con successo da chiunque; occorre un po’ di pazienza per acquisire un minimo di confidenza con il taglio del materiale. Per il taglio può essere utilizzato un semplice cutter. Il cutter deve avere una lama ben affilata e poco flessibile; il problema maggiore è quello di effettuare un taglio verticale sufficientemente preciso; la maggiore difficoltà è quella di ottenere un taglio perfettamente perpendicolare.
Utilizzate un righello metallico o in legno per guidare il primo taglio di marcatura; procedete quindi per gradi successivi utilizzando il cutter come se si trattasse di un coltello da affettatura (come per il taglio del salame).
Utilizzare una colla che consenta anche la fessurazione delle sconnessure che si formeranno per gli inevitabili errori nel taglio.
Apilandia.it ha usato la colla Henkel millechiodi in bomboletta (buona ma molto costosa).

Il taglio del polistirene può avvenire anche con la sega circolare o con la sega a nastro; questi strumenti consentono un taglio più preciso e con essi si può raggiungere un risultato migliore.

Di seguito forniamo gli schemi costruttivi utilizzati per l’arnietta.

Nido (misure interne) Larghezza mm Lunghezza
mm
Altezza mm
Larghezza mm Lunghezza
mm
Altezza mm
Nido (misure interne) 235 452
mm
330
Nido (misure esterne) 295 512
mm
360
Distanza da coprifavo nido a fondo
mm
330
Distanza da telaino nido a fondo
mm
22

 

SCHEMA NIDO

schema-arnietta-apilandia-1.gif
schema-arnietta-apilandia-2.gif

A=Frontale (2 pezzi nido e 2 pezzi melario)

B=Laterale (2 pezzi nido e 2 pezzi melari

 

TETTO

schema-arnietta-apilandia-3

 

FONDO

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Note:

1) Il lamierino distanziale viene fissato con 3 viti passanti. Il risultato non e’ gradevole esteticamente ma solido e funzionale.

2) La rete viene tagliata su misura e semplicemente incastrata nel fondo.

3) Con i rimasugli di polistirene e’ possibile costruire delle cornici per l’alloggiamento del nutritore (circolare da 2 litri ) sovrapposto al nido. Prevedete le seguenti misure:

  • Frontalini: 245 x 70 x 30 mm
  • Laterali: 515 x 70 x 30 mm

In tal modo la cornice sporgera’ leggermente dal tetto dell’arnietta ma consentira’ un piu’ agevole alloggiamento del nutritore.

In ultimo prevedete la costruzione di un tetto da sovrapporre alla cornice, possibilmente realizzato con legno verniciato o protetto; se non avete scrupoli estetici, é molto funzionale funzionale utilizzare i sacchi di plastica utilizzati per le concimazioni agricole, fissati con pietre o mattoni).

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