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Piano regionale per il controllo dell’infestazione da Varroa destructor 2020

PREMESSA 

La varroatosi (sindrome parassitaria causata da Varroa destructor) rappresenta uno dei principali problemi sanitari per l’apicoltura, in quanto trattasi di una parassitosi endemica ed ubiquitaria in tutto il mondo ove presente l’ape europea “Apis mellifera”.
Il presente piano regionale ha lo scopo di delineare i principi ispiratori ed i punti cardine per un’efficace azione di controllo della Varroa oltre a quello di aggiornare, nel modo più estensivo possibile e scientificamente provato, gli apicoltori piemontesi; a tal fine si rende indispensabile un’attiva partecipazione e coinvolgimento delle Associazioni di apicoltori presenti sul territorio ed in particolar modo quelle associazioni che per loro statuto svolgono attività di consulenza, aggiornamento e formazione ai loro associati. 

Gli obiettivi generali che il Piano intende raggiungere sono: 

  • a protezione del patrimonio apistico dall’infestazione da Varroa;
    
  • la tutela delle produzioni dai rischi derivanti dall’impiego di sostanze acaricide;
    
  • l’adozione, da parte di tutti gli apicoltori operanti nel territorio regionale, di un piano
    organico per il controllo della varroatosi;
    
  • possibilità nel lungo termine di arrivare a certificazioni territoriali circa l’infestazione da
    Varroa.
    

Gli obiettivi particolari che il Piano intende raggiungere sono: 

  1. stabilire criteri, condivisi con le rappresentanze degli apicoltori, per la programmazione
    degli interventi acaricidi, con l’obiettivo di sincronizzarli in un preciso arco di tempo ed in
    una determinata area territoriale omogenea;
  2. fornire un elenco aggiornato dei prodotti acaricidi approvati;
  3. diffondere e far conoscere tecniche atte a stabilire in modo attendibile il grado
    d’infestazione da Varroa negli alveari;
  4. diffondere e far conoscere tecniche apistiche mirate a ridurre la popolazione di Varroa negli
    alveari, tecniche che, di pari passo con l’aumento della farmaco resistenza nei confronti di
    prodotti acaricidi, assumono importanza crescente;
  5. stabilire l’attività di controllo regionale, a carico dei servizi Veterinari delle ASL,
    sull’effettiva effettuazione di quanto stabilito dal Piano;
  6. promuovere attività di divulgazione del Piano.

Il piano è composto sia da una parte descrittiva con gli aspetti fondamentali del controllo della Varroa, sia da una parte di allegati che potranno essere aggiornati annualmente entro il mese di aprile-maggio. 

ASPETTI FONDAMENTALI PER IL CONTROLLO DELLA Varroa destructor 

Coordinamento territoriale 

La strategia di controllo dell’infestazione da Varroa prevede l’attuazione di interventi che, se correttamente applicati, permettono di mantenere il grado di infestazione ad un livello tale da non compromettere la produttività e la sopravvivenza dell’alveare. 

Il risultato di detti interventi può essere compromesso dal fenomeno della reinfestazione, il cui impatto è in genere particolarmente rilevante nel periodo che precede l’invernamento. Per contenere questo fenomeno è necessario limitare la presenza contemporanea di colonie trattate e di colonie non ancora trattate nello stesso territorio e tanto più nello stesso apiario. 

Se non è semplice ridurre la fonte di reinfestazione costituita dalle colonie naturali, che generalmente derivano da sciami sfuggiti al controllo dell’apicoltore, risulta invece più fattibile la limitazione dello scambio di acari fra alveari allevati. Ciò può avvenire impostando la lotta a livello territoriale, attraverso un coordinamento degli interventi che deve derivare dalla collaborazione fra Associazioni di categoria e Autorità Sanitarie e prevedere trattamenti contemporanei, almeno per zone omogenee; a tal fine è buona norma che apicoltori, con apiari contigui o comunque vicini territorialmente, concordino tra di loro la tempistica dei trattamenti, arrivando in questo modo allo stesso fine e con vantaggi per tutte le parti. 

Attraverso tale coordinamento si deve realizzare anche un’attenta scelta dei principi attivi disponibili e dei corrispondenti farmaci reperibili sul mercato (ALLEGATO 1), al fine di ottimizzarne l’impiego e limitare il rischio di comparsa di fenomeni di farmacoresistenza.
Si sottolinea pertanto la necessità di mantenere sempre alta l’attenzione nei confronti di questo parassita e di non affidarsi per il suo controllo ad interventi improvvisati o tardivi. 

Va considerata inoltre l’opportunità di anticipare i trattamenti, in funzione anche dell’attività di bottinatura delle api, così da ridurre i rischi derivanti da livelli di infestazione molto elevati e spesso difficilmente controllabili. Non va dimenticato infatti che un’infestazione molto elevata concorre a creare le condizioni perché altri agenti patogeni, come ad esempio alcuni virus, possano ulteriormente danneggiare l’alveare, compromettendone la sopravvivenza. 

Da ultimo si ricorda nuovamente di leggere con attenzione il foglietto illustrativo dei farmaci utilizzati per il controllo dell’infestazione da Varroa, in modo da garantire sempre un loro corretto utilizzo. 

MONITORAGGIO DEL GRADO DI INFESTAZIONE 

Un aspetto della lotta alla Varroa è dato dalla conoscenza del grado di infestazione delle proprie colonie, anche al fine di rilevare per tempo situazioni critiche ed attuare tempestivamente interventi di emergenza oppure anticipare il trattamento già programmato. Si sottolinea che gli interventi programmati devono essere comunque effettuati anche in assenza di sintomi riferibili all’infestazione e con gradi di infestazione poco elevati. Ogni apicoltore dovrebbe essere informato sui metodi di monitoraggio ad oggi conosciuti ed efficaci. I metodi sono diversi e ultimamente sono stati messi a punto dei dispositivi che consentono il conteggio delle varroe evitando di sacrificare le api (sistemi meccanici e/o che utilizzano la CO2). Logicamente, in caso di infestazioni eccessive, non occorre ricorrere a metodi di monitoraggio, l’apicoltore è in grado di riconoscerle con una normale osservazione delle sue colonie (presenza di varroe visibili su più api adulte o più varroe su una stessa ape, presenza di covate anomale con cellette vuote, presenza di api con ali deformi). Queste osservazioni sono di solito associate alla caduta di numerose varroe sul fondo dell’arnia). 

DISPOSIZIONI PER GLI APICOLTORI CHE DETENGONO APIARI SUL TERRITORIO PIEMONTESE 

Tutti gli apicoltori, sia che producano per la commercializzazione sia per autoconsumo, all’inizio di ogni stagione produttiva, devono pianificare le strategie di lotta alla Varroa che intendono adottare presso i loro apiari con largo anticipo al fine di reperire i presidi sanitari con cui intendono eseguire i trattamenti in tempo utile. 

Tutti i trattamenti farmacologici eseguiti per il controllo della Varroa devono essere obbligatoriamente registrati dall’apicoltore. Gli apicoltori che producono per la commercializzazione dispongono di un registro (Registro dei trattamenti farmaceutici) ai sensi dell’articolo 79 del decreto legislativo 6-4-2016 n. 193 da utilizzare per tale scopo. Gli apicoltori che producono per autoconsumo devono utilizzare il libretto apistico di cui all’Art. 96, punto 7, della Legge Regionale n.1 del 22/01/2019, rilasciato gratuitamente dai Servizi Veterinari ASL competenti per territorio. 

Occorre registrare la data, il codice apiario, il prodotto utilizzato e il numero di alveari trattati.
Le evidenze di acquisto dei farmaci utilizzati devono essere conservati dall’apicoltore per 5 anni ed essere disponibili nell’eventualità di controlli ufficiali.
I titolari di attività di apicoltura devono possedere adeguate conoscenze sulle strategie di lotta per il controllo della varroatosi ed è buona norma, per chi intende intraprendere un’attività di apicoltura, seguire un percorso formativo che contempli anche le problematiche sanitarie delle api. 

GLI INTERVENTI ACARICIDI 

MODALITÀ DI INTERVENTO 

La necessità di proteggere il patrimonio apistico, salvaguardando al tempo stesso le produzioni dall’inquinamento da acaricidi e il rispetto della normativa vigente, determina la scelta dei soli farmaci autorizzati (vedi ALLEGATO 1).
Nell’effettuare qualunque intervento di lotta alla Varroa è indispensabile rispettare scrupolosamente tempi, modalità e dosaggi di somministrazione indicati dal produttore, nonché le informazioni relative alla sicurezza dell’operatore. Si ricorda inoltre che il principio attivo da solo, anche se apparentemente uguale a quello del farmaco, non lo può sostituire ed è vietato. 

TEMPISTICA DEGLI INTERVENTI ACARICIDI 

Le caratteristiche del parassita, dei farmaci disponibili e delle tecniche di lotta nei confronti di Varroa destructor disponibili ad oggi impongono di intervenire, nelle nostre condizioni climatiche, almeno due volte l’anno, individuando i periodi più adatti in funzione delle situazioni locali. Ciò significa che in funzione delle diverse condizioni geografiche e climatiche, correlate anche al grado d’infestazione, potrebbero essere necessari ulteriori interventi oltre i due citati. 

Si sottolinea che tutti i trattamenti acaricidi devono essere effettuati in assenza di melario (fa eccezione il trattamento con MAQS® che, così come riportano le istruzioni in etichetta, prescrivono di non asportare il miele nei 7 giorni di trattamento) seguendo rigorosamente le indicazioni di utilizzo di ciascun farmaco. 

I trattamenti acaricidi sono normalmente effettuati a fine stagione produttiva e si articolano in due interventi: 

1) AUTUNNALE/INVERNALE, effettuato in assenza di covata per una rimozione radicale delle varroe dagli alveari. 

2) ESTIVO di lunga durata effettuato in presenza di covata oppure ESTIVO di breve durata da eseguire in assenza di covata; 

In Piemonte il mese di luglio coincide con il termine della stagione produttiva e ciò costituisce un’importante opportunità per mettere in atto gli interventi acaricidi. Il trattamento estivo deve essere messo in atto il prima possibile, quando il carico di varroe non è eccessivo, al fine di garantire una generazione di api sane atte all’invernamento. Quando le possibilità di bottinatura proseguono anche nel mese di agosto, ciò dovrà essere valutato attentamente ed in ogni caso il trattamento ESTIVO dovrà essere eseguito entro e non oltre i primi 15 giorni di agosto. Sarà cura del Settore Prevenzione e Veterinaria della Regione Piemonte, valutate le condizioni eco- climatiche stagionali dell’anno, riportare eventuali tempistiche diverse negli allegati annuali. 

TRATTAMENTO AUTUNNALE/INVERNALE 

In Piemonte, ma in linea generale e con alcune eccezioni anche sul territorio nazionale, si verifica nel periodo autunno-invernale un’interruzione di deposizione che è utile ai fini del controllo dell’infestazione da Varroa perché gli acari, trovandosi sulle api adulte non protetti all’interno delle celle opercolate, sono facilmente aggredibili dall’azione degli acaricidi. 

Il trattamento nel periodo autunno-invernale, deve essere effettuato in assenza di covata all’inizio di detto periodo ovvero dal primo di NOVEMBRE a tutto GENNAIO.
La funzione di questo intervento acaricida è ridurre in modo drastico il grado di infestazione delle colonie, dopo l’incremento dovuto alla riproduzione ed all’eventuale reinfestazione di acari al termine dell’estate e all’inizio dell’autunno. Da questo punto di vista il trattamento autunno- invernale rappresenta il presupposto fondamentale per la successiva ripresa dell’attività delle colonie. Per questo trattamento si consiglia l’utilizzo di prodotti a base di acido ossalico o con amitraz così come riportato nell’ALLEGATO 1

TRATTAMENTO ESTIVO


Per il trattamento estivo, da effettuarsi nel periodo dal 1 LUGLIO a non oltre il 15 AGOSTO si possono utilizzare prodotti indicati in ALLEGATO 1.
A titolo indicativo per chi effettua il blocco di covata occorre procedere all’ingabbiamento della regina entro la prima metà di luglio e trattare con un acaricida a rapida azione, in assenza di covata, entro il 15 agosto; per chi effettua i trattamenti con prodotti acaricidi in presenza di covata il periodo va dal 15 luglio al 10 di agosto.
Si può affermare con sufficiente attendibilità che il grado d’infestazione delle colonie raddoppi ogni mese in cui è presente la covata. Questa dinamica esponenziale, legata alla riproduzione della Varroa, è responsabile del notevole aumento di acari che, nell’arco di pochi mesi, raggiungono livelli critici anche a partire da livelli di infestazioni contenute.
Nella tabella è indicato il numero di varroe presenti nella colonia alla fine dell’inverno e nel successivo mese di agosto (considerando un raddoppio mensile). 

febbraio luglio/agosto 
503200
1006400
20012800

Quanto descritto evidenzia la necessità dell’intervento estivo, al fine di contenere la crescita della popolazione di Varroa, riducendo così il livello d’infestazione delle colonie e consentendo il corretto sviluppo delle api destinate allo svernamento. Si ricorda inoltre che l’utilizzo contemporaneo di più principi attivi (ad esempio trattamento con timolo abbinato ad un principio di sintesi) diminuisce il rischio di incorrere in fenomeni di resistenza. 

CONSIDERAZIONI GENERALI 

La possibilità di successo del piano è incrementata se, in concomitanza con l’utilizzo dei presidi sanitari, vengono attuate strategie basate sulla lotta biomeccanica ovvero interventi di attività apistica che in questo Piano vengono elencati in ALLEGATO 2. e riconducibili a tre metodi: 

  1. BLOCCO DI COVATA
  2. PRODUZIONE DI SCIAMI ARTIFICIALI/NUCLEI
  3. FAVO TRAPPOLA O RIMOZIONE DELLA COVATA MASCHILE

CONTROLLI UFFICIALI 

L’attività di controllo sull’applicazione del Piano sarà effettuata dai Servizi Veterinari ASL, sulla base di una programmazione annuale. La percentuale delle aziende apistiche presenti sul territorio da sottoporre a controllo, sarà indicata di anno in anno in ALLEGATO 3; tale percentuale sarà stabilita in base all’evoluzione epidemiologica dell’infestazione, all’andamento climatico previsto per l’anno e ad un’analisi del rischio svolta a livello locale; detti controlli si svolgeranno nel periodo giugno-settembre e potranno anche essere svolti in concomitanza di altri controlli in apiario (es. vigilanze I&R o controlli del piano Aethina tumida). I controlli si baseranno sul controllo clinico del un numero di alveari numericamente significativo presenti in apiario (ove possibile anche tramite un metodo di stima della popolazione di Varroa in ogni alveare controllato) e saranno rivolti principalmente a stabilire il livello di infestazione da Varroa e/o alla verifica del trattamento anti-varroa se in atto; alla visita clinica seguirà il controllo cartolare dei documenti attestanti il trattamento anti-varroa (scontrino/fattura della farmacia/rivenditore in originale e/o prescrizione veterinaria, registrazione dei trattamenti sui registri così come indicato nel capitolo “Disposizioni per gli apicoltori che detengono apiari sul territorio piemontese”). 

Il controllo clinico riguarderà un numero di alveari significativo dell’apiario e riguarderà come minimo 3 alveari per apiari fino a 60 alveari ed una percentuale del 5% degli alveari presenti in apiario per consistenze superiori a 60.
Se in seguito al controllo in apiario si renda necessario effettuare degli accertamenti diagnostici per determinare il tasso di infestazione di un apiario o diagnosticare delle virosi conseguenti all’infestazione da varroa, occorre contattare il Centro Apistico Regionale (C.A.Re.) presso l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, sede di Asti (tel. 0141-272858), per concordare i campioni da prelevare e le metodiche di invio dei campioni. A tal proposito si ricorda che il C.A.Re assicura in regione Piemonte un valido supporto tecnico-operativo ai Servizi Veterinari ASL oltre a promuovere iniziative di qualificazione sanitaria e di promozione dei prodotti apistici regionali. 

ALLEGATI

  1. ALLEGATO 1
  2. ALLEGATO 2
  3. ALLEGATO 3
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